Girolamo Danti, fratello del più noto scultore e architetto Vincenzo e del cartografo Ignazio, fu importante esponente del Manierismo maturo e, al pari di Vincenzo, ispirò il suo stile al dettato michelangiolesco. Gli affreschi della sagrestia, riferiti a Girolamo dalle fonti e databili intorno al 1574, testimoniano una sapiente assimilazione dei modelli del Buonarroti nella potente e vigorosa resa delle figure. Le scene, caratterizzate da un animato ritmo narrativo, raffigurano Storie di san Paolo e di san Pietro tratte dagli Atti degli Apostoli: a partire dalla porta e proseguendo in senso orario si può osservare la Morte di Anania, la Fuga di Paolo e Barnaba dai fedeli che li credettero divinità, la Visione di san Pietro della Sindone, il Battesimo del centurione Cornelio e il Battesimo di Saulo. Girolamo eseguì anche altri lavori, purtroppo perduti, per la comunità benedettina di Perugia come le pitture per la “sala nova” e le pitture “sopra il camerotto”. Il ciclo della sagrestia rappresenta un punto fermo per la ricostruzione del catalogo del maestro, al momento decisamente scarno. Si attribuisce a Girolamo un’ Adorazione dei pastori nella chiesa di San Domenico a Gubbio.