L’altare maggiore in marmi policromi fu realizzato su disegno di Valentino Martelli; venne ultimato intorno al 1610. Il Martelli fu abile interprete della lezione michelangiolesca che riuscì a coniugare con una sobrietà marcatamente riformata; iniziò la sua attività in San Pietro nel 1591 progettando la ristrutturazione dell’interno e la costruzione di un chiostro antistante la basilica. L’altare, che custodisce le spoglie di san Pietro Vincioli, è sormontato da un ricco e prezioso ciborio monumentale, in diaspro e marmo verde antico, commissionato nel 1621 dall’abate Alessandro Pacognani allo scultore toscano Sante Ghetti che lo eseguì a Roma dietro il compenso di 124 scudi. Ghetti si trasferì nell’Urbe nel corso del secondo decennio del Seicento e venne ingaggiato come scalpellino nella Fabbrica di San Pietro entrando in contatto con gli scultori della stretta cerchia berniniana.