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IL PROFETA ELISEO MONDA I CIBI INFETTI

Noto soprattutto per aver compilato le Vite, la monumentale raccolta biografica dedicata agli artisti italiani operanti tra Medioevo e Rinascimento, l’aretino Giorgio Vasari fu anche eccellente pittore e architetto. Durante la sua carriera ebbe diversi contatti con l’ambiente artistico umbro: nel 1542, durante un viaggio verso Roma, fece una sosta ad Assisi in compagnia del pittore assisiate Dono Doni; nel 1548 partecipò, in qualità di probabile coordinatore del progetto decorativo, al cantiere farnesiano della Rocca Paolina; nel 1566 compì un secondo viaggio in Umbria per raccogliere informazioni da aggiungere alla seconda edizione delle Vite stampata a Firenze nel 1568. L’abate Giacomo Dei, intuita la novità del linguaggio di Vasari, riuscì ad ottenere dal pittore tre grandi tele per il refettorio del monastero messe in opera proprio nel 1566, anno del suo secondo soggiorno umbro. La scena veterotestamentaria del Profeta Eliseo che monda i cibi infetti si svolge all’interno di un’architettura in rovina sovrastata dalla natura e si caratterizza per un’intensa espressività dei personaggi che ostentano una vasta gamma di emozioni e atteggiamenti. Un richiamo molto forte a Michelangelo si coglie nella figura di profilo in primo piano a destra: si tratta di un vecchio che osserva concentrato l’evento e che porta la mano alla barba richiamando il gesto del Mosè marmoreo della tomba per Giulio II in San Pietro in Vincoli a Roma.

Tipologia Percorso: 
Foto opera: 
Datazione: 
1566
Autore: 
Giorgio Vasari (Arezzo, 1511-Firenze, 1574)
Tecnica: 
olio su tela
Foto mappa: 
Dimensioni: 
cm 347 x 259
Ordine Opere in Percorsi: 
6
Check Opera in Percorsi: 
SI