Questo dipinto, opera di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato, fa parte di una serie di copie che meglio potremmo definire intelligenti riproposizioni con varianti, eseguite dal pittore marchigiano tenendo a mente opere di Raffaello e di Perugino. In questo caso il modello da cui l’artista prende spunto è l’Annunciazione dello scomparto sinistro della Pala Oddi di Raffaello, già in San Francesco a Perugia, asportata dai francesi nel 1797, recuperata da Antonio Canova nel 1815 e subito dopo destinata alla Pinacoteca Vaticana. L’Annunciazione fu eseguita verso il 1639, vale a dire nello stesso periodo in cui il Salvi mise mano alla copia del Trasporto del Cristo morto di Raffaello, altro bellissimo lavoro realizzato per i monaci di San Pietro. Individuata da Agostino Tofanelli tra le opere da requisire a vantaggio dei Musei Capitolini (1812), l’Annunciazione fortunatamente non lasciò la città in quanto si trovava in una chiesa ancora officiata. Con l’Annunciazione sarebbero dovuti partire il Trasporto del Cristo morto e la Giuditta con la testa di Oloferne, quadro originale del Salvi da annoverare tra i vertici della pittura classicista del Seicento. I dipinti di Sassoferrato per San Pietro, compresa l’Immacolata concezione oggi al Museo del Louvre, dovevano far parte di un programma iconografico omogeneo e coerente, pensato per esaltare la figura della Vergine.