Come ricordano alcuni pagamenti, nel 1478 lo scultore Giovanni Teutonico venne retribuito per l’esecuzione del “crocifisso bello”, posizionato originariamente “nel mezzo della chiesa”. La sua commissione si deve all’interessamento dell’abate Gaspare Giordani da Pavia. Questo scultore, di origini transalpine, era specializzato nell’esecuzione di crocifissi lignei particolarmente espressivi e spesso dotati di espedienti drammaturgici quali la fuoriuscita del sangue dal costato e la movimentazione delle braccia e della lingua. Giovanni Teutonico fu a lungo attivo in Umbria, dove impiantò un’ampia e organizzata bottega: la sua presenza è attestata a Terni a partire dal 1482 e a Norcia nel 1494. Sue opere sono reperibili anche in altri centri come Assisi, Foligno, Spello, Bevagna, Trevi e Narni, ma anche nelle Marche, nel Lazio e in alcune zone dell’entroterra abruzzese.
L’erudito ternano Luigi Lanzi conosce bene il Crocifisso di San Pietro di Giovanni Teutonico, sebbene non ne faccia esplicito riferimento, tanto da ricondurre allo scultore il Crocifisso proveniente dalla chiesa francescana di Terni, forte degli evidenti nessi stilistici. L’attinenza è tale da poter prendere in prestito le considerazioni che Lanzi scrive al riguardo del Crocifisso oggi custodito alla Pinacoteca Comunale di Terni e farle valere anche per la scultura lignea in esame: Un valentissimo maestro, Giovanni Teutonico, scolpisce […] un Crocifisso, quasi a natural grandezza di uomo. L’aitante galileo, emaciato dalle atroci sofferenze del martirio, spalanca sulla croce solennemente le braccia; il capo reclinato serba ancora una espressione di maestà; la bocca semiaperta par che lievemente respiri e il petto sembra ancora sollevarsi nell’ansia ultima dell’agonia, ma la palpebra dice che il martire è spento: non è chiusa, è caduta per non rialzarsi mai più.