La Sant’Apollonia, raffigurata con il tradizionale attributo iconografico della tenaglia del martirio con la quale le vennero estratti i denti, può essere considerata parte integrante di una serie di tele eseguite intorno alla metà del Seicento da Giovan Battista Salvi, detto Sassoferrato. Il modello preso a prestito è in questo caso la Sant’Apollonia di Timoteo Viti conservata nella Galleria Nazionale delle Marche a Urbino. L’aver eletto a modello un’opera del Viti, pittore marchigiano fortemente influenzato dal Vannucci, appare in linea con il gusto di Sassoferrato, particolarmante incline a riproporre, in chiave moderna, immagini e prototipi di cultura peruginesco-raffaellesca.