CORO

Il coro rappresenta il fulcro della vita spirituale della comunità monastica e occupa interamente la zona absidale. In origine tuttavia doveva trovarsi lungo la navata centrale ed essere circondato da una struttura muraria adorna di pitture, che nel 1591 venne demolita facendo retrocedere il coro nella sua attuale collocazione. La grandiosa opera lignea venne commissionata nel 1526 a Bernardino Antonibi, il quale morì dopo pochi mesi, motivo per il quale il lavoro venne ripreso solo nel 1533 da Stefano da Bergamo che concluse l’opera nel 1535 con l’aiuto di alcuni intagliatori toscani.

BATTESIMO DI CRISTO E NAAMANN GUARITO DALLA LEBBRA

La tela fa parte di un ciclo incentrato sulla vita di Cristo commissionato dai padri benedettini nel 1593 al pittore di origini greche Antonio Vassilacchi, detto l’Aliense. Nella scena del Battesimo di Cristo si coglie tutto l’apporto che l’arte di Jacopo Tintoretto diede alla formazione dell’Aliense.

DOSSALE MARMOREO

Posto nella cappella della famiglia Vibi, il dossale marmoreo reca un’iscrizione che ne ricorda il committente (il noto giurista Baglione dei Montevibiani) e la data di esecuzione (1473). Già il Vasari ricordava l’opera riconducendola a Mino da Fiesole, uno dei protagonisti della stagione scultorea fiorentina del Rinascimento. Sensibile all’influsso di Bernardo Rossellino, ma anche di Luca della Robbia e di Desiderio da Settignano, Mino lavorò molto anche fuori Firenze e in particolare a Napoli e a Roma, dove entrò in contatto con Paolo Romano e Giovanni Dalmata.

BALDACCHINO

Il baldacchino è una grande macchina polimaterica (legno di pioppo e tela) che sovrasta l’altare maggiore conferendogli un aspetto monumentale e creando, al culmine della navata centrale, un particolare effetto scenografico. Il complesso rappresenta in assoluto la massima espressione del gusto barocco e si ispira, in particolare nella ripresa del motivo dei finti nappi pendenti, al celebre modello del baldacchino di Bernini in San Pietro a Roma, replicato in Umbria anche nella cattedrale di San Giovenale di Narni e nella cattedrale di San Feliciano a Foligno.

ARMADI

Pregiati prodotti dell’artigianato toscano del Rinascimento, gli armadi della sagrestia di San Pietro vennero realizzati, come ricordano i documenti, nel 1472 da Giusto di Francesco d’Incisa e Giovanni di Filippo da Fiesole. Gli armadi sono distribuiti sulle due pareti lunghe dell’ambiente rettangolare della sagrestia e sono costituiti da un doppio registro di specchiature in legno ornate al loro interno con decorazioni a intarsio, una tecnica che prevede l’accostamento di tasselli di legname di qualità e colore differenti.

ANNUNCIAZIONE

Questo dipinto, opera di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato, fa parte di una serie di copie che meglio potremmo definire intelligenti riproposizioni con varianti, eseguite dal pittore marchigiano tenendo a mente opere di Raffaello e di Perugino. In questo caso il modello da cui l’artista prende spunto è l’Annunciazione dello scomparto sinistro della Pala Oddi di Raffaello, già in San Francesco a Perugia, asportata dai francesi nel 1797, recuperata da Antonio Canova nel 1815 e subito dopo destinata alla Pinacoteca Vaticana.

ALTARE; CIBORIO MONUMENTALE

L’altare maggiore in marmi policromi fu realizzato su disegno di Valentino Martelli; venne ultimato intorno al 1610. Il Martelli fu abile interprete della lezione michelangiolesca che riuscì a coniugare con una sobrietà marcatamente riformata; iniziò la sua attività in San Pietro nel 1591 progettando la ristrutturazione dell’interno e la costruzione di un chiostro antistante la basilica.

ARBRE DE L’ORDRE BÉNÉDICTIN

Cette toile impressionnante représente une célébration grandiose de l’ordre bénédictin. Le travail a été commandé par Giacomo di San Felice da Salò, abbé de San Pietro à partir de 1590, au peintre d’origine grecque Antonio Vassilacchi, appelé Aliense. Dans le contrat stipulé à Venise le 5 mai 1592, la livraison était établie à Pâques de 1593 et moyennant 700 dollars de ducats. L’Aliense, formé dans l’atelier de Paolo Veronese, a exercé son activité dans la Laguna à la suite de Jacopo Tintoretto avec lequel il a collaboré sur le chantier de construction de San Giorgio Maggiore.

ADORAZIONE DEI MAGI

Eusebio da San Giorgio è ricordato da Giorgio Vasari tra i principali allievi di Perugino. L’unica opera che gli viene riferita è una Adorazione dei Magi nella chiesa di Sant’Agostino a Perugia, oggi nella Galleria Nazionale dell’Umbria. È lo stesso soggetto trattato dal pittore nella tavola di San Pietro, per la quale riceve dei pagamenti nel 1509 da Leonarda Olivieri Baglioni. L’opera doveva essere collocata in origine nella Cappella dei Re (l’attuale Cappella Ranieri), posta nella navata sinistra tra la Cappella Vibi e quella del Sacramento.

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